27 aprile – Bologna
Sabato 27 aprile,
a Bologna,
alla libreria Ambasciatori,
alle 17,
presentazione del libro
che ha vinto il primo premio
Karenin,
La è breve, eccetera…
di Veronica Raimo
e consegna del premio a Veronica Raimo.
Sabato 27 aprile,
a Bologna,
alla libreria Ambasciatori,
alle 17,
presentazione del libro
che ha vinto il primo premio
Karenin,
La è breve, eccetera…
di Veronica Raimo
e consegna del premio a Veronica Raimo.
Domenica 28 e lunedì 29 aprile,
a Milano,
al Teatro Parenti,
alle 20 e 30,
La libertà
primo episodio
clic
Lunedì 20 maggio,
a Milano,
alla libreria Verso,
alle 19,
nuova edizione economica
di Pancetta,
con Aberto Rollo e
Sonia Folin
Voglio che le parole che scrivo siano così forti, che se le butto contro la finestra si rompe la finestra.
Daniil Charms
Parmigiani e partigiani: clic
Allora si era alzato uno aveva detto «Sai cosa facciamo? Scriviamo sui muri!».
Stasera, giovedì 25 aprile, sul mio profilo Instagram, alle 21, leggo una cosa sul Premio Strega, sull’antifascismo e sugli amici della domenica. A dopo.
I partigiani
Non è per via della gloria, che siamo andati in montagna, a far la guerra. Di guerra eravam stanchi, di patria anche. Avevamo bisogno di dire: lasciateci le mani libere, i piedi, gli occhi, le orecchie; lasciateci dormire nel fienile, con una ragazza. Per questo abbiam sparato, ci siamo fatti impiccare, siamo andati al macello col cuore che piangeva, con le labbra tremanti. Ma anche così sapevamo che di fronte a un boia di fascista noi eravam persone, e loro marionette. E adesso che siam morti non rompeteci i coglioni con le cerimonie, pensate piuttosto ai vivi, che non debbano perdere anche loro la giovinezza.
[Nino Pedretti, Al vòusi e atre poesie in dialetto romagnolo, Torino, Einaudi 2007, pp. 17-18, la poesia si intitola I partigièn (oggi è il 21 aprile, liberazione di Bologna)]
Si parla molto, in queste settimane, del premio Strega, e anche a me hanno chiesto cosa ne penso, e io faccio fatica a rispondere perché ho un rapporto un po’ strano, con
l’attualità.
[Domani sul Fatto quotidiano esce un pezzetto che parla di Premio strega, di antifascismo, di amici della domenica, di Daniil Charms e di Iosif Brodskij]
Mi sono accorto adesso che ho lasciato a casa l’agenda oggi è un giorno che posso dire Non ho con me l’agenda vediamo quante volte riesco a dirlo.
Non preoccuparti, che adesso a te, ci penso io, avevo detto a Chlebnikov nel novantatré.
[Oggi, per Feltrinelli, esce l’edizione economica di Pancetta]
Dopo sono andato a Roma, a parlare del dolore; una scienziata, Roberta Fulci, ha scritto un libro sul dolore (si intitola Il male detto) e mi ha invitato a parlarne con lei e quando le hanno chiesto come mai ha invitato proprio me ha detto che io ho fatto un podcast e l’ho intitolato Due volte che sono morto e ho scritto dei libri e li ho intitolati Che dispiacere, Sanguina ancora, Noi la farem vendetta, Grandi ustionati, Vi avverto che vivo per l’ultima volta e, insomma, chi altri doveva chiamare, a parlare del dolore? E, lei non lo sapeva, ma io stavo scrivendo un libro che si chiama Chiudo la porta e urlo, secondo me aveva ragione, chi altri doveva chiamare, a parlare del dolore?
La rivista Asymptote ha pubblicato la traduzione (di Tim Cummins) del terzo capitolo di Noi la farem vendetta, che in inglese diventa We Will Take Our Revenge: clic.
I partigiani
Non è per via della gloria, che siamo andati in montagna, a far la guerra. Di guerra eravam stanchi, di patria anche. Avevamo bisogno di dire: lasciateci le mani libere, i piedi, gli occhi, le orecchie; lasciateci dormire nel fienile, con una ragazza. Per questo abbiam sparato, ci siamo fatti impiccare, siamo andati al macello col cuore che piangeva, con le labbra tremanti. Ma anche così sapevamo che di fronte a un boia di fascista noi eravam persone, e loro marionette. E adesso che siam morti non rompeteci i coglioni con le cerimonie, pensate piuttosto ai vivi, che non debbano perdere anche loro la giovinezza.
[Nino Pedretti, Al vòusi e atre poesie in dialetto romagnolo, Torino, Einaudi 2007, pp. 17-18, la poesia si intitola I partigièn (oggi è il 21 aprile, liberazione di Bologna)]
Una volta ho fatto un’operazione mi han fatto l’epidurale. Mi è scomparsa la metà dal corpo dall’ombelico in giù. Bellissimo. Ho chiesto all’anestesista Può farmi scomparire anche la parte dall’ombelico in su? Lì ci sono degli organi vitali è meglio di no, mi ha detto lui. Ah, peccato, gli ho detto io.
[Domani, all’Auditorium Parco della Musica, Teatro Studio Borgna, alle 12 e 30, con Roberta Fulci parliamo del dolore]